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Miti e Falsità sulla Muffa
I miti sulla muffa importanti da conoscere!
Riportiamo i più diffusi miti e false verità sulla muffa che ci impediscono di eseguire le giuste attività capaci di eliminarla.
In questa pagina ti facciamo conoscere quelli più importanti, dandoti anche indicazioni su come riuscire a rendere l’abitazione salubre senza muffa. Tutto quanto riportato si basa sulla scientificità delle nozioni e delle informazioni.
Mito 1: La mia zona è la più umida in assoluto
Ogni regione, per chi ci vive, risulta essere molto più umida delle altre. La verità è che tutte le regioni del nostro paese presentano valori di umidità, durante l’inverno, vantaggiosi per le muffe, perché non è quello il solo aspetto da considerare.
Infatti, ci sono le condizioni meteorologiche caratteristiche di ogni zona, e l’umidità generata all’interno dell’abitazione, assieme ai materiali di costruzione che accumulano l’umidità presentando, tuttavia, tempi lunghi per asciugarsi, come nel caso dei mattoni in tufo.
Tra i principali dubbi che faticano a trovare risposta c’è quello relativo all’apertura delle finestre.
Abbiamo constatato, infatti, che l’incertezza maggiore delle persone durante l’inverno, è causata dalla preoccupazione di far entrare l’umidità esterna aprendo le finestre per arieggiare casa, e il conseguente spreco di calore.
La realtà è ben diversa.
Infatti, eseguendo correttamente questa azione, non porti dentro casa l’umido esterno, anzi, al contrario, deumidifichi.
La regola di base da rispettare è farlo spesso durante il giorno mantenendo un’opportuna temperatura all’interno di almeno 20 gradi centigradi. Un errore frequente, infatti, è quello di aprire spegnendo il riscaldamento.
Per garantirti una corretta deumidificazione naturale deve esserci calore dentro casa, generato in modo continuo. Solo in questo modo, per leggi della fisica, l’aria interna si deumidifica a contatto con quella esterna sebbene sia più fredda e maggiormente umida.
Non sprecherai calore dal momento che le pareti non si raffredderanno. Ti basterà evitare di tenere aperto a lungo. In questo modo non correrai il pericolo di formazione di condensa sulle pareti.
Arieggiare in modo diverso non darà alcun beneficio.
Risulta chiaro, quindi, che al Nord così come al Sud questo principio di base è sempre valido.

Mito 2: Usare la pittura traspirante antimuffa
Probabilmente uno dei miti più diffusi.
La pittura svolge un ruolo importante nel proteggere la rasatura delle pareti e dei soffitti e nell’abbellire esteticamente le stanze. Tuttavia sbagliare nella valutazione di quale utilizzare per problemi di muffa e umidità, darà solo delusioni.
La muffa ricava i nutrimenti di cui ha bisogno per crescere dalla pittura. Esistono pitture che le muffe aggrediscono molto più facilmente, e altre più protettive.
La pittura traspirante viene identificata dall’artigiano, dal negoziante o dal professionista, come la più idonea per avere pareti che respirano, evitando l’accumularsi dell’umidità.
Spiegheremo tra poco il motivo per cui questa tipologia di pittura non deve venire utilizzata dove ci sono problemi di muffa o dove vogliamo prevenirne la formazione.
Ovviamente in altre situazioni e condizioni potrà risultare una giusta scelta.
Ma se si tratta di muffa e umidità, è senza dubbio un errore.
Ricordiamoci che deve sempre venire eseguita una diagnosi specialistica del problema. Solo tramite questa verrà individuata con precisione la pittura o il materiale necessario per risolvere, e quale invece evitare se vogliamo raggiungere l’obiettivo di non avere più muffa, umidità e pareti fredde.
Che cosa significa pittura traspirante
La pittura viene definita traspirante perché assorbe l’umidità, e la rilascia.
Tuttavia il suo grande limite è di rimanere umida a lungo, e di inumidire di conseguenza anche la rasatura che sta dietro di essa.
In una stanza con muffa nella quale vengono inoltre identificati dallo specialista problemi di umidità, non deve venire utilizzata la pittura traspirante.
Lasciare che una parete, che per sue caratteristiche strutturali o per disequilibri microclimatici interni viene contaminata dalle muffe, assorba facilmente l’umidità invece di respingerla, è come cercare di non bagnarsi indossando un abito che assorbe l’umido e si bagna, anziché essere idrorepellente.
Queste pitture vengono molto spesso suggerite e utilizzate più per la loro elevata capacità di coprire i colori e le macchie delle muffe, e per il grande vantaggio che danno nel tinteggiare grandi metrature, utilizzando poco prodotto.
Ma il danno che causano utilizzandole in stanze che soffrono di problemi di muffa e umidità, è enorme.
La caratteristica “antimuffa”, inoltre, è solo temporanea perché data dagli additivi chimici aggiunti.
Come un antibiotico, perdono la loro proprietà nell’arco di otto mesi, lasciando sulle pareti una pittura semplice nella sua composizione, e mediamente economica.

Mito 3: Bisogna arieggiare di più
Arieggiare è importante. Non farlo mette a rischio innanzitutto la qualità dell’aria interna.
In secondo luogo causa un aumento della concentrazione dell’umidità domestica.
Ma così come viene data, senza motivazione e senza una specialistica diagnosi delle dinamiche presenti nell’abitazione, quella raccomandazione perde di qualsiasi utilità.
Eppure viene spesso utilizzata come giustificazione di fenomeni di crescita di muffe, durante le contestazioni.
Scopriamo perché risulta essere un mito privo di valenza scientifica, e come è, invece, corretto agire.
Facciamo chiarezza.
Ricambiare l’aria di casa risulta sempre vantaggioso. Infatti è un’attività da eseguire anche in inverno.
Il “nemico” da temere non è il freddo, l’umido che c’è all’esterno, la zona dove viviamo.
Sono il tempo a nostra disposizione e il meteo!
Perché dovresti aprire in pieno inverno e far entrare freddo e umido, quando, invece, hai la necessità di tenerli all’esterno!
Cosa significa arieggiare
Ogni stanza presenta una propria volumetria. Il volume misura la quantità di aria contenuta e, quindi, il vapore acqueo, perché l’aria che respiriamo conterrà sempre umidità e vapore al suo interno.
Aprire la finestra permette di sostituire questo volume interno, idealmente con un uguale volume di aria “fresca” prelevata dall’esterno.
Nella stagione fredda il flusso di aria seguirà, per leggi della fisica, un andamento verso l’esterno: l’aria calda si muove sempre dall’ambiente più caldo verso quello più freddo, seguendo il principio di riequilibrio termico.
Quindi, l’aria da dentro, va fuori. Per questo motivo percepiamo una sensazione di freddo.
Abbiamo pertanto sfatato il mito che “il freddo entra in casa”.
Di conseguenza la stanza non si raffredda più di quanto serve per eseguire il corretto processo, le pareti non vengono raffreddate e non può crearsi condensa per o sbalzo termico.
Fai questa prova:
misura con un termometro per ambienti la temperatura dell’aria. Apri la finestra per cinque minuti tenendo monitorata la temperatura. Noterai che perderà qualche decimo di grado, al massimo un grado centigrado. Chiudi la finestra e cronometra il tempo necessario perché ritorni al valore di partenza.
Lo riprenderà in pochissimo tempo, senza pesare sulla caldaia e sul costo del riscaldamento.
Grazie a questo veloce esperimento abbiamo sfatato un secondo mito: che aprendo le finestre in inverno facciamo entrare l’umido.
Quindi apri le finestre anche se è pieno inverno, se le temperature esterne sono basse, se c’è la nebbia e se sta piovendo, anche se sei freddoloso – ti allontanerai più velocemente dalla stanza non rimarrai all’interno della stanza fintanto che la finestra è aperta 😃.
Arieggiare anche se fuori è molto umido
Il nostro obiettivo è deumidificare. Ma se faccio entrare l’aria umida esterna non potrò che rendere ancora più umida la stanza.
Togliamo ogni dubbio in merito a quest’altro mito.
L’umidità dell’aria è strettamente correlata alla temperatura. Più fredda è l’aria, più alto risulterà essere il valore di umidità relativa.
Al contrario, più calda è l’aria, minore sarà l’umidità relativa.
L’ingresso di aria più umida perché più fredda che sostituisce quella più calda e che si trova a percentuali di umidità relativa più bassa, genererà questo benefico effetto: la miscelazione di aria fredda con aria calda meno umida abbasserà il valore complessivo di vapore acqueo presente dentro la stanza, deumidificandola naturalmente.
Un principio importantissimo, e devi sfruttarlo ogni qual volta ne hai possibilità.
Aprire le finestre di una stanza per un periodo di tempo non troppo lungo, deumidificherà, non raffredderà l’ambiente, non ti farà sprecare inutilmente il calore e otterrai un vantaggio molto importante.
Fai adottare questa regola ai tuoi familiari ogni volta che risulterà possibile, ottimale sarebbe farlo ogni 2-3 ore, anche durante le ore serali.
Evita, comunque, di spalancare tutta casa per ore!
Diventerebbe svantaggioso e la conseguenza sarà che lo sbalzo di temperatura apportato sulle pareti, potrebbe far comparire la condensa sulle pitture alla chiusura delle finestre.
In tutte le situazioni nelle quali aprire come abbiamo suggerito non risulta facilmente attuabile, la sola soluzione da adottare è di dotare alcune stanze di uno specialistico apparecchio di ventilazione meccanica controllata di tipo puntuale.
Per scoprire un’ottima soluzione, guarda le caratteristiche del nostro apparecchio riequilibratore dell’umidità con recupero di calore VMC Déleo, clicca qui.

Mito 4: Il muro non respira più
In conseguenza di lavori sulla facciata…
Dopo che hanno posto il cappotto isolante termico all’esterno…
Poco tempo dopo lavori di ristrutturazione sono cominciati i problemi di umidità e muffa dentro casa.
I muri adesso non respirano più.
È una credenza comune che le murature delle nostre abitazioni debbano “respirare” per evitare problemi.
La verità è molto diversa, spieghiamo perché pensare che il muro respiri è un errore.
Un flusso che si sposta dall’interno verso l’esterno e viceversa esiste.
È un fenomeno lento, misurabile solo utilizzando strumentazione sofisticata. Non possiamo pensare che il muro possa venire attraversato dall’aria e dall’umidità come fosse una finestra aperta.
Cosa significa traspirabilità
Esiste una profonda differenza tra il concetto di traspirabilità della muratura, e il non possibile, seppur desiderato, muro che respira.
Infatti, quando esiste una condizione di differenza di temperatura, di concentrazione di umidità e di pressione tra un ambiente interno e uno esterno, si generano movimenti migratori dall’ambiente più caldo verso quello più freddo, dall’ambiente più umido verso quello meno umido, da quello a maggiore pressione verso quello a minore pressione.
Ma risulterebbe un errore ritenere che lo spostamento dell’umidità e dell’aria avvenga attraverso il muro.
La realtà scientifica dimostra che il passaggio di vapore acqueo attraverso una parete in termini di quantità, è infinitesima rispetto a quanto avviene aprendo una finestra o utilizzando sistemi di ventilazione forzata.
Significa che le pareti delle nostre case non possono generare un ricambio di aria e neppure venire attraversate da quantità di vapore acqueo così importanti da ritenerle dei sistemi deumidificanti.
Il cappotto isolante termico eseguito utilizzando come materiale il polistirolo, riesce a traspirare.
L’aria umida lo attraversa, infatti le colle utilizzate per l’incollaggio si asciugano, pertanto l’eventuale umido che dall’interno si spostasse verso l’esterno lo attraverserebbe. Perché il polistirolo è impermeabile all’acqua liquida, non al vapore acqueo.
Di conseguenza non crea nessun fenomeno di tenuta stagna.
Ogni qual volta viene eseguito un efficientamento energetico di un edificio, vengono sostituiti anche gli infissi, a volte l’impianto di riscaldamento.
Disperdere meno calore significa anche modificare i cicli di funzionamento del riscaldamento e cambiare le nostre abitudini, tendendo ad aprire di meno.
L’abitazione diventa più sigillata per tutta una serie di attività, non per la sola presenza dell’isolante esterno.
Se il materiale del cappotto è diverso dal polistirolo, ancor più saremo certi della sua traspirabilità e mancanza di “sigillatura”: le lane minerali, infatti, sono molto permeabili al vapore. Allo stesso modo lo sono le fibre di legno o i materiali minerali.
Anche questo mito che la casa non respira più in seguito ai lavori di isolamento termico, lo abbiamo sfatato.
Pitture e rasature “impermeabilizzanti”
Le pitture per esterni applicate in assenza di un cappotto isolante, dispongono di caratteristiche finalizzate a proteggere le facciate dall’acqua piovana e dall’umidità.
Sono diventate con il trascorrere dei decenni sempre più “impermeabilizzanti”, pertanto vengono ritenute “sigillanti” e non più in grado di far respirare i muri.
Le tipologie di pitture più utilizzate prendono il nome di silossaniche e acril silossaniche.
Presentano differenti percentuali di componenti resinosi e di sintesi proprio per garantire la protezione contro la pioggia e l’umido.
Questo non implica che la nuova pittura impedisce all’umidità interna di fuoriuscire creando ambienti interni molto più umidi rispetto a quanto risultavano prima della ritinteggiatura.
Bisogna sempre considerare le dinamiche a 360 gradi per determinare le cause di un determinato evento che vede coinvolte le muffe.
L’esecuzione della diagnosi specialistica da parte dei nostri tecnici, ci permette di individuare le dinamiche instaurate dalle muffe, dalle quali comprendere le cause e le corrette attività da eseguire.
Molto spesso gli equilibri micro climatici vengono interrotti o stravolti da avvenimenti di non immediata né semplice identificazione, che possono portare ad individuare una causa in un nuovo materiale utilizzato, come una pittura per esterni, quando la realtà scientifica è un’altra.
Anche gli intonaci per esterni dati sopra i cappotti termici o a copertura delle facciate esistenti vengono ritenuti la causa di problemi.
Spesso emerge che non è il materiale il colpevole, ma lo è un’infiltrazione dovuta ad altre cause, o alla sostituzione degli infissi vecchi a favore di modelli moderni molto più sigillanti.
Oppure alla mancata o errata progettazione di un corretto ed efficiente sistema di ventilazione meccanica che permetta di assicurare un corretto ricambio d’aria giornaliero e costante che a seguito di lavori di ristrutturazione è sempre opportuno valutare con attenzione.

Cosa Abbiamo Imparato
Esistono molte false convinzioni
Luoghi comuni ed errate convinzioni portano a valutare un problema di muffa umidità e pareti fredde senza scientificità.
Il solo modo corretto per comprendere quali attività sono necessarie per ogni specifico problema, è far eseguire la diagnosi specialistica.
Le muffe sono spesso illogiche, ma sanno come contaminare le nostre abitazioni
Contattare lo specialista
I lavori eseguiti o la ristrutturazione più non incidere, spesso, sulla conseguenza dello sviluppo delle muffe. Per comprendere se c’è una correlazione, anche in caso di umidità in aumento e di pareti fredde sebbene sia presente l’isolamento termico, la sola soluzione è contattare lo specialista e fissare una diagnosi del problema.
Scientificità delle informazioni
Il luogo comune, il sentito dire, l’agire così come si fa da trent’anni non forniscono risposte specifiche per la problematica che stai affrontando. Esperienza avanzata, scientificità delle conoscenze e specializzazione delle professioni ci permette di diagnosticare con precisione il problema e individuare il corretto sistema risolutivo.
